C’era una volta, a Napoli, il mare, quello in cui scugnizzi e scogli si bagnano insieme, ancora; arrivava, perň, dritto su molte strade, che adesso ne sentono appena l’odore, ad allontanarle č stata la sabbia mutata in calce e la terra in mattoni; una di queste era Via Santa Lucia. C’era una volta la fame, quella che attorciglia dentro, stomaco e testa. C’era una volta un uomo, che ogni fiorire d’alba raccoglieva i frutti, che il mare dona, e si sistemava al suo posto. Si chiamava Salvatore Mattiucci.

Il tempo passň e una generazione nuova sorse. Il figlio dell’ostricaro, Luigi Mattiucci, scivolava a mare a rapire conchiglie, che spruzzavano acqua come vita. Marciava svelto sotto le onde e gli spari. C’era la guerra fuori; erano gli anni ’40. Mise su un negozio tra le vie antiche di Napoli. Suo nipote ci si č fatto le ossa, sotto il comando di suo padre Salvatore; o’ russ’ lo chiamano lě intorno. Il ragazzo ha su di sé il nome del nonno, Luigi Mattiucci. Questa famiglia č come un sasso lanciato nel mare che propaga cerchi che si allargano. Luigi ha una nuova pescheria, in una strada stretta della Napoli che al mattino si veste d’orgoglio ed abiti buoni. Pochi anni si porta addosso, ma il mestiere di una vita gli scorre nelle vene.

 
   
   
 

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